"Era meglio andare al cinema" racconta, attraverso un susseguirsi di sketch, le disavventure tragicomiche di M., instancabile paladino della sfortuna, argonauta nell’era di Internet. Laureato in informatica, ha vissuto una storia d'amore segreto, ma tutt'altro che platonico, col suo pc. Italiano dai tratti orientali che gli fruttano i lavori più improbabili, tra i quali quello di comparsa giapponese in un sushi bar cinese, si muove in un mondo meravigliosamente (e pericolosamente) moderno dove tutto appare semplice, veloce e a portata di mano o, più precisamente, di click.
Le sorprendenti opportunità della rete si rivelano trappole che proiettano il protagonista in un turbinio di password, codici, numeri verdi, clausole invisibili, scimmie urlatrici, sadiche voci registrate e centraliniste sexy, in una folle epopea contemporanea da cui è impossibile salvarsi. Perché non c’è niente di più pericoloso che starsene a casa seduti sul divano!